Descrizione
Vi sono documenti che ne attestano l’esistenza fin dal secolo XII. Dapprima Cappella Monachorum, dipendente dall’Abbazia della Vangadizza, poi chiesa plebana, subì nel corso dei secoli restauri e ampliamenti. L’aspetto attuale risale ai lavori del 1700, durante i quali la chiesa venne ampliata, eseguiti il transetto e l’abside, rifatta la facciata a due ordini architettonici. Nel grande medaglione del soffitto, il pittore veneto Pio Piati, dipinge a fresco, nel primo Ottocento, l’ascesa al cielo di S. Giovanni Battista. Nell’ultimo altare di sinistra, in una nicchia si trova la statua lignea della Madonna della Vangadizza, già nell’Abbazia fin dal 1400. Nell’ultimo altare di destra, l’urna contenente il corpo di SAN TEOBALDO, trasferito dall’Abbazia della Vangadizza all’Arcipretale nel 1810, anno della soppressione del monastero; sulla parete di fondo della stessa cappella un affresco del pittore Sebastiano Santi, della prima metà dell’800, raffigura l’ascesa in cielo di S. Teobaldo sostenuto dagli Angeli.
Da notare a destra dell’altare maggiore, un bassorilievo quattrocentesco raffigurante un “Ecce Homo” proveniente dall’oratorio della confraternita del SS. Sacramento. Di ottima esecuzione la cantoria e l’organo dell’intagliatore veneziano Antonio Flaibani e il pulpito di Lorenzo Urbani, opere del 1800.