Storia

Storia di Badia Polesine

Descrizione

Badia Polesine sorge sulla riva destra del fiume Adige e deve il suo nome all’Abbazia della Vangadizza, importante monastero benedettino fondato prima del Mille in località Vangadizza e soppresso nel 1810 durante la dominazione francese.
Almerigo marchese di Mantova e la moglie Franca Lanfranchi, verso la metà del 900 fecero costruire in località Vangadizza una piccola chiesa e dopo il Mille, Ugo, marchese di Toscana, succeduto ad Almerigo nella giurisdizione del Polesine, cedette l’Abbazia ai monaci Benedettini.
L’Abbazia , fin dalla sua istituzione, godette del privilegio di “nullius diocesis” aveva cioè una propria diocesi indipendente dal vescovo di Adria.
Il territorio della diocesi vangadicense si estendeva in provincia di Padova, Verona, Ferrara e Bologna ed è stata una delle più importanti abbazia del Medie Evo.
La città di Badia Polesine passò nei secoli dalla dominazione estense a quella dei padovani; dalla Repubblica di Venezia fino alla conquista nel 1797 dei francesi per passare poi sotto la dominazione degli austriaci fino al 1866, anno dell’annessione del Veneto allo stato Italiano.
Il borgo, già nel Duecento era protetto da una fossa che circondava “La terra di Badia” e l’accesso alla città era consentito da tre porte (ponti elevatoi in legno) : la porta de soto che collegava il centro con la contrada San Francesco o Cao de Vila , oggi via Roma, la porta de mezo che collegava il centro della città con Francavilla sulla riva destra dell’Adigetto e infine la porta de sora attraverso la quale si accedeva al borgo San Nicolò o Pizzon, borgo sorto a ridosso del fiume e scomparso con i bombardamenti dell’aprile 1945 mirati alla distruzione del ponte stabile sull’Adige.
L’Abbazia della Vangadizza dallo splendore iniziale già alla metà del Quattrocento inizia un lento ma inesorabile declino tanto che durante la dominazione francese passa in proprietà, con tutti i suoi beni, al cittadino francese d’Espagnac e nel 1810 è definitivamente soppressa con Decreto Napoleonico, costringendo gli ultimo monaci rimasti a ritirarsi a Murano nel convento di San Mattia.
Tutti gli arredi sacri della chiesa abbaziale vengono trasferiti nell’Arcipretale di San Giovanni Battista, dove tutt’ora si trovano e l’abbazia resterà proprietà privata francese per quasi due secoli.
Dopo la dominazione francese, Badia passerà sotto la dominazione austriaca, iniziata nel 1815.
Badia ha un notevole sviluppo in epoca moderna e fin dall’Ottocento furono realizzate importanti opere pubbliche, basti pensare alla costruzione di un ponte stabile sull’Adige che collegava Badia alla provincia di Padova, nasce un Teatro nella centrale piazza poco lontano dal Municipio, è il Teatro Sociale voluto ed eretto a spese del badiese Bartolomeo Dente , sorge l’ospedale, la Casa di Riposo; con l’incremento e il riassetto delle strade ferrate italiane, Badia è attraversata dalla linea ferroviaria Rovigo-Verona e più tardi due importanti industrie, il Mulino Emanuele Finzi e lo Zuccherificio, saranno collegate direttamente con un proprio binario alla stessa stazione ferroviaria.
Alla fine dell’Ottocento accanto al Teatro Sociale viene costruita la Sala Concordia dove tenere concerti e feste e qualche anno dopo il Teatro Politeama Piana con la disponibilità di oltre mille posti, va a sostituire il Teatro Sociale ormai troppo piccolo per accogliere il numeroso pubblico che vuole andare a teatro.
Verso la metà del XX secolo sia il Teatro Politeama che la Sala Concordia saranno trasformati in cinema.
Ma siamo agli anni 1960-1970 e anche Badia come nel resto d’Italia, si sentono i benefici del boom economico che porta a un generale sviluppo della città con il sorgere di nuove industrie, nuove attività economiche.
Oggi sono presenti a Badia diverse imprese situate in alcune zone industriali, come quella di Crocetta a ridosso della superstrada e ancora in via di espansione.
I vari settori di produzione spaziano dall’artigianato del mobile all’industria alimentare, dai panificati artigianali all’industria pasticcera , dalla moderna industria farmaceutica ai manufatti edili, dall’industria meccanica all’elettromeccanica, dalle vetrerie alla fonderia, una delle prime importanti industrie sorta alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso.
E a completare il quadro economico della città ci sono anche nel territorio badiese, oltre 350 aziende agricole.

Ultimo aggiornamento: 14/06/2024, 17:00

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